Castelnuovo  ieri 
1905 - Castelnuovo - Allevamento di tacchini
  Il tacchino comune o "Meleagris gallopavo" è originario dell'America del Nord dove era largamente diffuso come animale selvatico; viveva nelle foreste vergini ai confini con le praterie e le radure, nutrendosi di bacche, insetti, larve, semi, germogli e altri cibi. In seguito alla caccia spietata inflittagli dai coloni europei e dai pellerossa esso si era rifugiato nelle foreste meno frequentate dall'uomo. Le caratteristiche morfologiche peculiari sono testa e cute priva di penne, rossa pallida con sfumature azzurre, con verruche di colore rosso intenso. In corrispondenza con la gola vi è un bargiglio di colore rosso pallido. Nella zona infraocellare vi è un processo di varia lunghezza a seconda del momento e dallo stato di eccitazione soprattutto nel maschio. Sul petto vi è il pennello o granatello formato da un insieme di setole nere lungo fino a 15 cm nel maschio. Le penne di contorno hanno l'orlo apicale tronco. La coda è  composta da diciotto penne larghe che possono essere portate aperte a ventaglio (la ruota).
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L'ALLEVAMENTO OGGI
I polli, i tacchini e le faraone italiani sono allevati esclusivamente a terra: liberi di muoversi in ambienti spaziosi e luminosi, su strati di paglia o truciolato di legno assorbenti e igienici. L’allevamento a terra dei polli da carne è infatti una realtà da ormai più di 30 anni in Italia, nonostante il 77% degli italiani, come emerso da un sondaggio del CIRM, continui a credere che polli e tacchini vengano cresciuti nelle batterie. Effettivamente, nel dopoguerra, a seguito dell'avvento degli americani e del successivo sviluppo industriale, si era erroneamente pensato che l'allevamento intensivo in batteria dei polli potesse dare risultati soddisfacenti; tuttavia, non fu così, questi metodi si rivelarono assolutamente deludenti e per questo vennero subito abbandonati.
Oggi le batterie non esistono più: chi ancora non ci crede dovrebbe visitare uno dei 3.000 allevamenti italiani per rendersi subito conto che i polli italiani non sono mai tenuti in gabbia. Da 30 anni polli e tacchini sono allevati a terra e razzolano in ambienti spaziosi e luminosi, muovendosi su strati di paglia o truciolato di legno assorbenti e igienici. La ricerca della qualità produttiva è obiettivo fondamentale degli avicoltori italiani, che oggi vantano il primato europeo di qualità e rappresentano il primo comparto zootecnico nazionale, l'unico autosufficiente al consumo interno.
Solo le galline destinate alla produzione di uova sono allevate in batteria per garantire maggiore igiene al consumatore, riducendo al minimo le possibilità di contaminazioni microbiche. Malgrado ciò, in base a una direttiva Ue di recente approvata, dal 2012 questo sistema di allevamento sarà proibito. Già dal 2013 non è più permessa la presenza di gabbie di batteria nei nuovi allevamenti e le galline verranno allevate in gabbie più grandi (550 cm2 invece dei 450 attuali).
(Da www.pianetapollo.com)

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