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                CASTELNUOVO VISTA DAL GRANDUCA NEL 1770 E 1787 
      "Questa pianura 
                contiene subito Campolecciano, che è piccolo ed è una tenuta 
                della Misericordia di Pisa, la quale consiste quasi tutta in 
                bosco anche sulle colline, è mal coltivata e non vi è che una 
                casa. Sopra in collina a 5 miglia di là vi è Castelnuovo, che è 
                la fattoria della Misericordia ed è un castello che con tutto 
                quel terreno è tutto della Misericordia e farà da 400 anime..." 
                (1770-71) 
                Così, nel 1771, si esprimeva il Granduca Pietro Leopoldo nella 
                relazione seguita ai suoi viaggi nelle Maremme Pisane. A questa 
                farà seguito un ulteriore rapporto relativo ad un secondo 
                viaggio fatto dal Granduca tre anni dopo l'allivellazione della 
                Tenuta della Pia Casa della Misericordia (12 aprile 1787). 
                Questo è più puntuale e dettagliato della precedente relazione:".. 
                Castelnuovo della Misericordia è un castello che tutto 
                appartiene alla Misericordia di Pisa, ha una estensione di 30 
                miglia di terreno quasi tutto boschivo e poggi con macchia da 
                carbone, che si estende fino al mare da Chioma fino a Castiglioncello e molti terreni seminativi dalla parte di Acquabona e della strada maremmana... Fino 
                ad ora tutto è stato tenuto a mano e dato a terratico, essendo 
                soli 9 veri poderi le altre terre; i contadini non hanno case e 
                stanno a pigione nel castello, che è piccolo e fa da 150 anime, 
                ma è ben situato ed ha buona acqua. La casa dei padroni è buona 
                e quella della fattoria cattiva. Si sono viste le case fatte di 
                nuovo, che 10 a Campaccio, 5 a Pianottoli e 5 a 
                Capannaccia ed ora se ne fa 30 nuove nella tenuta di Campo 
                Luciano (Campolecciano)... " (1787)  
                Da queste brevi note, è già intuibile la portata delle riforme
      leopoldine sulla realtà di
      Castelnuovo, riforme che portarono a dei 
                cambiamenti radicali nell'assetto territoriale, 
                fino ad allora impensabili in una realtà di fatto immobile, 
                poco modificatasi nel corso della sua secolare esistenza. 
                (Da:"Quella Fattoria di Castello..." di Rossi, Biscini, Melosi, 
                Vivaldi) scaricabile dal sito  |